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“Il vero viaggio di scoperta
non consiste nel cercare nuove terre,
ma nell’avere nuovi occhi”
Marcel Proust
La Recherche di Brigitta Rossetti, per dirla con lo scrittore francese Marcel Proust, legata alla potenza espressiva delle sue originali e complesse trame e alle minuziose descrizioni dei processi interiori legati al ricordo, al sentimento umano e al proscenio su cui tutto avviene; la sua Recherche, infatti, un viaggio metaforico che si insinua nel tempo e nella memoria e che si snoda agile all'interno di una struttura sintattica composta essenzialmente da una grazia clemente e da stratificazioni veementi, la cui trama si concentra a grandi linee su un io narrante, il quale richiede fortemente da un lato una grandissima capacit analitica e dall’altro l’esaltazione delle forme intuitive di conoscenza del mondo e di interiorit dell’essere umano.
Mediante l'utilizzo di smalti, acrilici, carte assorbenti, tessuti, tecniche miste e di integrazione di materiali di diversa natura, tra gli altri, sia nelle opere pittoriche sia in quelle installative, Rossetti alla continua ricerca di un equilibrio tra figurazione ed astrazione, crocevia creativo in cui l'artista stessa si regala la possibilit di approfondire la definizione di spazio e il rapporto che intercorre tra il medesimo e l’opera d’arte. Si tratta di una creativit artistica di matrice allegoricamente odeporica, in cui coabitano una certa oggettivit razionale, cosmopolita, naturalistica e antropocentrica, e una maggiore emotivit e soggettivit dei moti dell'animo.
Visionaria e poliedrica, Brigitta Rossetti nasce nella campagna piacentina dove tuttora vive e lavora, nel suo atelier che stato ricavato da un vecchio fienile: mucche al pascolo, campi di grano, alberi secolari e manifestazioni cromatiche naturali sono solo alcuni degli elementi peculiari che costituiscono lo scenario prolifico in cui tutto si genera.
L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, l’importanza sia degli elementi naturali sia di quelli magici, la poesia, l’incontro con l’assoluto, l'onirico, le descrizioni sugli aspetti sociali e storico-culturali dei luoghi visitati e delle genti incontrate, sono solo alcune delle tematiche a lei care, tanto da consentirle di parlarci di avventure, esplorazioni e scoperte, quasi sempre adornate da sfumature di carattere bucolico e paesaggistico dal sapore romanzesco, per quelli di dovunque che per si sentivano abbastanza giovani per rimanere curiosi del mondo*.
Domenico de Chirico
*Ryszard Kapuściński - Polish chronicler of Third World Kapuscinski , in Reuters UK, 23 gennaio 2007